Il tuo ambulatorio di veterinaria: pubblicizzalo online
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Il contenuto di questa pagina NON È stato generato da un software di Intelligenza Artificiale generativa.
Tutte le informazioni sanitarie che stai per leggere sono state scritte da informatori sanitari professionisti, e revisionate da Medici regolarmente abilitati alla professione.
- Ma prima di tutto: un medico veterinario può fare promozione alla propria attività?
- Cos’è la promozione commerciale, e perché è vietata per i medici veterinari?
- L’informativa sanitaria: la promozione deontologica e legale per i medici veterinari
- La medicina veterinaria: un mercato iper-competitivo e fortemente inflazionato
- Cosa può fare il digital marketing per il tuo studio veterinario?
- Il triangolo digitale dei media: come usarlo nella promozione della medicina veterinaria
- I media che paghi: Paid Media
- I media che possiedi: Owned Media
- I media che ti guadagni: Earned Media
- Tanti nuovi pazienti in modo etico, deontologico e legale
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Sei un medico veterinario, e hai il tuo ambulatorio di veterinaria, oppure eserciti la professione a domicilio?
In un mercato perennemente inflazionato come quello italiano della veterinaria, è spesso estremamente difficile riuscire ad emergere.
E questo, anche in presenza di una grande personalità, un’ottima preparazione medica e un’attenzione di alto livello verso il paziente.
Semplicemente, in Italia ci sono moltissimi medici veterinari.
In qualche località, anche troppi.
E questo, genera una costante inflazione dell’offerta.
Per riuscire ad ottenere buoni risultati professionali, quindi, devi ricorrere agli strumenti del marketing digitale.
Scopri quali sono, e cosa possono fare per la tua attività leggendo questa pagina.
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Ma prima di tutto: un medico veterinario può fare promozione alla propria attività?
Certo che può.
In Italia, per gli effetti della Legge 248/2006 (‘Legge Bersani’) ogni professionista od azienda può, senza richiedere più permessi a nessuno, usufruire degli strumenti della promozione e della pubblicità per far conoscere il proprio business.
La Legge Bersani è stato uno storico cambiamento nell’ordinamento italiano, specie per tutte quelle professioni, come appunto la medicina veterinaria, che fino al 2006 erano rimaste sostanzialmente bloccate, ancora ferme a vecchi obblighi e divieti in netto contrasto con la Direttiva 2006/123/CE.
Allo stato attuale dei fatti, ad ogni medico veterinario è consentito promuovere in libertà la propria professione, rispettando però i limiti legislativi della Legge 30/12/2018, n. 145 (divieto di promozione commerciale) e quelli deontologici contenuti nel Codice di Deontologia Medica redatto dalla Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani.
Cos’è la promozione commerciale, e perché è vietata per i medici veterinari?
Nel marketing, ovverosia nel complesso sistema di strategie atte a migliorare le performance dei produttori di beni e servizi, la promozione è una delle quattro ‘leve’ principali, con cui è possibile influenzare l’andamento delle vendite dei prodotti.
Il suo scopo è veicolare un messaggio informativo dal committente ad un pubblico ben definito (chiamato target), attraverso un canale di distribuzione (media).
La promozione è considerata una leva fondamentale della mercatologia poiché, senza di essa, l’incontro tra domanda ed offerta non potrebbe sussistere: qualsiasi consumatore, difatti, compera solo i prodotti di cui è venuto a conoscenza (anche causale).
Anche il famoso ‘passaparola’, ossia il suggerimento d’acquisto dato da un consumatore ad un altro, è una forma di promozione, antica quanto tuttora valida.
Importante è sottolineare che, al contrario di quello che la gente comunemente crede, lo scopo primario della promozione non è la vendita di un prodotto, bensì solo la divulgazione di informazioni mirate su di esso nel mercato.
La promozione commerciale è invece uno dei tanti sotto-settori della promozione.
Il suo scopo, come il nome lascia facilmente intuire, mira alla commercializzazione diretta del prodotto, che diventa oggetto di una specifica campagna promozionale.
In tal senso, l’aumento delle vendite e del fatturato per l’azienda o il professionista committente è da considerarsi obiettivo prioritario.
Per far recepire correttamente il messaggio informativo e farlo rimanere ben impresso nel target, la promozione commerciale fa spesso uso di stereotipi, richiami (claim) particolarmente gridati, visual (materiale visivo) d’impatto e, principalmente, un martellamento costante sul prezzo finale d’acquisto, rimarcato nella sua convenienza.
Ciò è mirato a far scattare l’impulso dell’acquisto presso il consumatore, meglio se di getto e non particolarmente troppo ragionato.
In ambito di medicina veterinaria, un buon esempio di promozione commerciale potrebbe essere un banner promozionale su Facebook che recita:
“Offerta del mese! Vaccina il tuo cucciolo per soli € 30,00! Affrettati, l’offerta è limitata ai primi 50 visitatori! Risparmia e metti al sicuro il tuo cucciolo!”
Come si può ben vedere, il messaggio è improntato esclusivamente sulla convenienza economica: il prezzo è il perno centrale, e il risparmio per il cliente è la leva che dovrebbe far scattare l’impulso all’acquisto.
Per gli effetti della Legge n. 145/2018, in Italia questo genere di promozione è vietato.
L’informativa sanitaria: la promozione deontologica e legale per i medici veterinari
L’informativa promozionale è quella parte della promozione che ha come scopo principale non la vendita diretta, ma la conoscenza in sé del prodotto o dell’azienda/professionista che commissiona una campagna.
Si tratta dell’essenza stessa della promozione, che permette la sussistenza del mercato.
In ambito medico, l’informativa promozionale prende il nome di informativa sanitaria.
L’informativa sanitaria si contraddistingue dalle altre informative per delle caratteristiche due caratteristiche uniche: è rivolta ad intercettare una richiesta del mercato (caratteristica di inbound) ed è, nella maggior parte dei casi, asimmetrica.
L’Inbound Marketing è una delle due macro-aree in cui è convenzionalmente suddiviso tutto il marketing.
Si basa sul presupposto che il consumatore finale, nel caso del marketing sanitario il paziente, sia la parte attiva della strategia promozionale.
È difatti il consumatore che, spinto da un bisogno, si attiva per cercare di colmare lo stesso con un bene o un servizio.
Sempre in ambito medico, è il paziente che, con i sintomi di una patologia, si attiva per cercare il professionista medico specialista in grado di aiutarlo.
In ambito veterinario, è il proprietario del paziente ad attivarsi quando il suo animale soffre di una patologia o comunque ha bisogno d'aiuto medico.
Lo scopo dell’Inbound Marketing è quello di intercettare dunque tale bisogno, facendosi trovare dal target specifico oggetto della strategia promozionale.
L’informativa sanitaria per la medicina veterinaria si basa, nella quasi totalità, esattamente su questa strategia: deve fornire risposte chiare, esaustive e rapide ai proprietari dei pazienti in cerca di aiuto.
È quindi estremamente importante che l’informativa sia progettata e costruita sulle richieste dei padroni degli amici animali, cercando di soddisfare sia la parte prettamente medica che anche la percezione di qualità dei proprietari degli animali.
Un compito non facile, anche perché esiste il già citato problema dell’asimmetria.
Cos’è l’asimmetria, nel marketing sanitario?
Semplice: è la distribuzione di un messaggio complesso, in cui chi lo invia può capirlo spesso molto meglio di chi lo riceve.
Cosa che accade in tutta la medicina, non solo in veterinaria: le informazioni sanitarie complesse devono essere quindi filtrate e rese comprensibili per i proprietari dei pazienti, pena la mancata memorizzazione del messaggio.
Sempre rimanendo in tema veterinario, un esempio di informativa sanitaria legittima e legale potrebbe essere un annuncio su Google Ads che recita:
“Medico Veterinario Dott.ssa Luisa Rossi | Cura di cuccioli ed adulti | Vaccini e terapie per il tuo cane e gatto anche a domicilio | A Roma, 24h24 | Esperienza e professionalità, da oltre vent’anni”
Questo tipo di messaggio è deontologico, nonché pienamente rispettoso delle direttive della Legge n. 145/2018.
In aggiunta, cosa molto importante, è facile da capire e da comprendere, anche per chi non ha nozionismi di medicina veterinaria.
La medicina veterinaria: un mercato iper-competitivo e fortemente inflazionato
La medicina veterinaria, in Italia, vive da anni un periodo di grande cambiamento e di conseguente difficoltà.
Dopo i fasti degli anni ’80 e, parzialmente, degli anni ’90, dove la spesa media per le cure degli animali casalinghi era due o tre volte quella attuale, si è assistito ad un lento declino, complice anche conseguenti periodi di profonde crisi economiche.
Attualmente, ci sono circa 33.000 medici veterinari in Italia, quasi tutti concentrati nelle province dei grandi centri urbani.
I medici di sesso femminile sono oltre il 53%, ed il loro costante aumento, specie negli ultimi 20 anni, ha contribuito a rendere il settore molto competitivo e anche molto inflazionato.
L’inflazione in sé non sarebbe un problema se, al contempo, la domanda fosse però in aumento: così non è, anche per via di una struttura di mercato quasi esclusivamente privata, e degli spesso alti costi di accesso alle cure.
Se a ciò si aggiunge la bassa (o quasi nulla, in certi casi) predisposizione delle singole strutture veterinarie ad organizzarsi ed aggregarsi, si può capire come il mercato sia da anni in costante crisi.
Ciò porta le oltre 7.500 strutture veterinarie del paese, quasi tutte ambulatori, ad avere mediamente ricavi molto più bassi dei loro colleghi odontoiatri e medici, anche a fronte di più ore lavorate.
Del resto, ciò è normale in un mercato abbastanza rigido e dalla forte e costante offerta.
In queste situazioni, è particolarmente difficile, specie per i giovani medici under 40, riuscire ad emergere e cominciare a guadagnare il giusto corrispettivo economico.
Ecco perché è importante puntare sulla professionalità e sull’autorevolezza online: l’unico mercato in perenne ascesa sin dagli anni ’90, in cui i migliori professionisti veterinari hanno già investito, da tempo, risorse e sforzi.
Cosa può fare il digital marketing per il tuo studio veterinario?
Nel variegato mondo del marketing, si definisce ‘digital marketing’ tutto quel settore che si occupa esclusivamente della mercatologia diffusa attraverso i media denominati ‘Below-the-Line’, ossia quelli non considerati canonici.
I media Below-the-Line sono praticamente tutti i servizi principali dell’Internet, sia storici (World Wide Web, email, ecc.) che ecosistemi relativamente recenti (reti sociali, messaggistica istantanea, ecc.).
Attualmente, il settore del marketing digitale copre per circa l’80% di tutti gli investimenti del marketing a livello mondiale, e nella sola Italia tutto il mercato vale circa il 3,7% del PIL, con incrementi annuali miliardari.
Senza il digital marketing, gran parte del mercato moderno semplicemente non potrebbe esistere: i potenziali consumatori, che ogni giorno si connettono alla Rete attraverso i loro tablet, smartphone e laptop, non potrebbero conoscere i fornitori di beni e servizi, e nondimeno potrebbero soddisfare i loro bisogni.
Questo è valido per qualsiasi tipo di prodotto: da quelli di largo consumo, come l’elettronica e l’informatica, a quelli iper-specialistici, come per l’appunto la medicina e la sanità in generale.
Applicato alla medicina veterinaria, il digital marketing ben progettato e realizzato può fare davvero tanto, al punto da cambiare totalmente le sorti di uno studio veterinario.
Grazie al digital marketing puoi infatti:
- Aumentare la tua visibilità ovunque, sia nella ricerca organica di Google che nei social network;
- Divulgare preziose informazioni sanitarie per aiutare i proprietari dei tuoi pazienti, per educarli alla giusta e sana gestione del loro animale e per trovare prontamente aiuto in caso di problemi;
- Aumentare la tua autorevolezza online, e l’immagine del tuo studio, col tuo brand personalizzato, che diventerà il tuo valore aggiunto nel mercato;
- Aumentare il numero dei tuoi pazienti;
- Fornire un follow-up diretto ed immediato ai proprietari dei tuoi pazienti, assieme ad una comunicazione bidirezionale altrettanto efficace ed immediata
Tutti questi benefici possono essere possibili ad una sola condizione, però: che vi sia una strategia pianificata da professionisti del marketing digitale sanitario, e che in tale strategia sia compreso il famoso ‘triangolo digitale’.
Cos’è il triangolo digitale?
Continua a leggere e lo scoprirai.
Il triangolo digitale dei media: come usarlo nella promozione della medicina veterinaria
Tutti i media del triangolo formano la totalità dei media sui quali è possibile intervenire per influenzare la scelta di preferenza del target
Tutto il digital marketing è composto, in sostanza, da tre canali distributivi ben specifici, che assumono il ruolo di veri e propri media, per mezzo di cui è possibile divulgare ogni strategia comunicativa.
Tali media sono:
- Paid Media;
- Owned Media;
- Earned Media
Tutti e tre questi media, compongono il cosiddetto ‘triangolo digitale’, che a sua volta determina il successo di una strategia di marketing online.
Il triangolo digitale assomiglia, per avere un paragone con qualcosa di familiare, un po’ al famoso ‘triangolo dell’esposizione’ della fotografia, ben noto ai fotografi sia amatori che professionisti.
Come per ottenere una buona foto ben esposta c’è bisogno di regolare nella giusta misura tempo di esposizione, diaframma e sensibilità della pellicola/sensore, così per ottenere buoni risultati di una strategia di marketing digitale c’è bisogno di equilibrare nella giusta misura Paid Media, Owned Media e Earned Media.
Solo l’uso bilanciato di questi tre media può aiutarti ad aumentare il numero dei tuoi pazienti e a aumentare la tua autorevolezza e visibilità online.
Quando invece il triangolo non è bilanciato, e ciò capita sovente in gestioni fai da te oppure progettate male ed eseguite peggio, si ottengono gli effetti opposti: il tuo studio veterinario sarà ben poco visibile, la tua immagine professionale non crescerà e con essa non cresceranno neppure i tuoi nuovi pazienti.
Questo è un qualcosa che succede molto più frequentemente di quello che credi, specie con medici veterinari che, per risparmiare i costi dei professionisti del marketing digitale, decidono di iniziare in autonomia le loro campagne, senza avere nessun tipo di istruzione o esperienza in materia.
Quasi sempre, tali decisioni comportano solo un (grande, a volte) esborso di denaro, senza peraltro raggiungere alcun tipo di risultato.
I media che paghi: Paid Media
Come il nome lascia intuire, i Paid Media sono tutti quei media il cui possesso, per un periodo di tempo più o meno limitato, è relativo al pagamento di un corrispettivo economico dato ad un editore.
Nel mondo digitale, gli editori che, assieme, raggiungono quasi l’80% del mercato intero sono Google e Facebook, con l’azienda di Mountain View a gestire, da sola, circa il 70% di tutto lo share market.
Anche Amazon, il più grande negozio online del mondo, permette ai suoi iscritti venditori di comperare spazi pubblicitari, e si stima che tale mercato abbia uno share market di circa il 12%.
Quasi universalmente, il prezzo degli annunci sui canali dei Paid Media è deciso per mezzo del bidding, ovvero delle micro-aste eseguite sul momento, in cui l’inserzionista che offre di più rispetto ai suoi concorrenti, ‘vince’ lo spazio di pubblicazione.
Il sistema del bidding è totalmente automatizzato, ed è deciso da complessi algoritmi che, in pochi microsecondi, iniziano e concludono le aste.
Quanti microsecondi occorrono? Davvero pochi: solitamente, i sistemi di bidding riescono ad iniziare e concludere l’asta nel tempo in cui l’utente preme l’invio del pulsante di ricerca o carica una data pagina web!
Il sistema di bidding si rende necessario in quanto sia su Google che su qualsiasi altra piattaforma di pubblicazione digitale, lo spazio per gli inserzionisti è limitato, e quindi diviene un comune bene, dal valore deciso dal mercato (le aste, appunto).
Tramite i Paid Media possono essere promossi una grande tipologia di annunci, per ogni esigenza di comunicazione: annunci testuali, annunci video, annunci fotografici, ecc.
Sulla ricerca di Google gli annunci a pagamento testuali possono essere riconosciuti poiché, oltre che in posizione privilegiata (solitamente in alto o in fondo alla SERP di ricerca) sono preceduti dalla scritta Annuncio.
In generale, qualsiasi annuncio che richiede un pagamento per essere pubblicato, anche un semplice banner su un sito di un quotidiano, rientra nella tipologia dei Paid Media.
I Paid Media sono necessari in qualsiasi tipo di strategia digitale, anche quella a budget più contenuto.
Questo perché l’iper-saturazione di pressoché qualsiasi genere di settore di mercato online ha creato un’eguale iper-inflazione d’offerta, con un numero esagerato di pagine HTML che competono tutte per la stessa posizione di visibilità ma che, ovviamente, solo poche riusciranno a guadagnare.
Le pagine che non vengono indicizzate nelle prime posizioni di Google o degli altri motori di ricerca sono essenzialmente invisibili, a meno che non vengano promosse tramite i Paid Media.
Il mondo della medicina veterinaria, come tutto quello della sanità in generale, obbliga il professionista veterinario a progettare ed attuare una precisa e costante strategia sui Paid Media, possibilmente localizzata entro il limite dell’area di attività (provincia, città o regione).
I media che possiedi: Owned Media
Gli Owned Media sono tutti i media che possiedi, di qualsiasi tipologia essi siano.
Si tratta di canali tuoi personali, di tua proprietà o comunque di tuo possesso, che puoi gestire in libertà più o meno totale.
Ad esempio, fanno parte degli Owned Media un sito web di proprietà, una mailing list con l’elenco dei lead, una pagina, un gruppo o un account su un social network come Facebook o Instagram, oppure anche un canale su YouTube.
Insomma, tutti i media che puoi gestire te personalmente, e su cui puoi caricare contenuti in libertà totale (come sul tuo sito) o comunque con ampia scelta d’argomenti e una SLA (Software License Agreement) abbastanza flessibile.
Gli Owned Media ricoprono un ruolo cardine nel triangolo digitale, e sono equiparabili alla ‘base’ su cui sono poggiati gli altri tre lati: mentre una strategia senza Paid Media e Earned Media potrebbe essere possibile (ma mai consigliabile), senza contenuti su media di proprietà è impossibile costruire alcunché.
Per un semplice motivo: non ci sarebbe, fisicamente, materiale da far conoscere.
Ecco perché gli Owned Media sono, solitamente, il punto di partenza per sviluppare qualsiasi tipo di campagna digitale.
A loro devono sempre essere date adeguate risorse e adeguato budget, e il loro miglioramento costante è una prerogativa imprescindibile di qualsiasi strategia a lungo termine.
L’Owned Media più utilizzato dalle aziende, di qualsiasi livello o grandezza, è statisticamente la mailing list: circa il 90% delle aziende o dei professionisti ne ha una, e molto budget è costantemente dedicato al suo ampliamento, secondo il vecchio adagio del marketing che recita: “Money is on the list” (“il denaro è sulla lista”).
Subito dopo la mailing list, vengono le pagine HTML di un sito web di proprietà, con particolare riguardo alle pagine ‘speciali’, che servono principalmente per permettere l’interazione diretta dell’utente con l’azienda (le landing page).
Seguono via via tutti gli altri settori degli Owned Media: dalle pagine e i gruppi Facebook sino ai canali tematici su YouTube od altri aggregatori video e foto (tra cui Instagram).
Nella medicina veterinaria, è di particolare importanza la progettazione e la costruzione di pagine web proprietarie contenenti, oltre le informazioni essenziali del medico veterinario professionista, anche le info sanitarie su patologie, terapie, cure e analisi per gli animali che il medico veterinario tratta.
Se ben progettate con una solida base scientifica, facilmente comprensibile ai proprietari dei pazienti, tali pagine sono un volano eccezionale per l’attività del medico veterinario, e permettono d’iniziare un’eccellente strategia di Lead Generation.
I media che ti guadagni: Earned Media
Hai presente quando su Facebook ti taggano in uno di quei tanti post che parlano di fatti, notizie, cronache, a volte magari non propriamente attendibili?
La gente si fa usualmente ben poche domande, e condivide compulsivamente senza verificare la fonte, spesso e volentieri.
Ma gli articoli, comunque, girano. E girano veloci.
Prendiamo ora qualche link a qualche prodotto che i tuoi amici condividono dal loro account di Instagram: magari proprio quel paio
di scarpe di cui non conoscevi l’esistenza, ma che stai scoprendo che ti piacciono.
Oppure, perché no, una nuova canzone che ancora non hai ascoltato alla radio, e che di arriva come link da Spotify o YouTube.
Di esempi se ne potrebbero fare a migliaia, ma il succo non cambia: ricevi messaggi informativi da media che tu non possiedi, i tuoi amici non possiedono, non si sa esattamente da chi sono posseduti, ma… Girano comunque.
E arrivano a te, come a noi tutti.
E questo è un media di comunicazione, anche molto potente, poiché richiama in maniera semplice e diretta il passaparola.
Questo media, anzi questi media perché ce ne sono un’infinità, si chiamano in gergo tecnico Earned Media, ossia media ‘guadagnati’.
Dei media che gli autori originali non hanno pagato (non sono Paid Media), non hanno ottimizzato per divenire tra i primi posti su Google (Owned Media) eppure… Fanno visite, e tante.
Si sono quindi ‘guadagnati’ la visibilità, per mezzo di titoli sensazionalistici, o comunque ben progettati, per la rapidità del messaggio e, spesso, l’effetto ‘wow’.
A volte, anche per l’effetto di indignazione o riprovazione.
Quando la promozione è ben fatta, gli Earned Media invece portano click e visite grazie alla bontà e all’interesse del loro contenuto.
Gli Earned Media non sono semplicemente un riflesso degli Owned Media, ma sono dei media specificatamente progettati per essere il più possibile condivisi ovunque nella Rete, specie nella veloce comunicazione dei social network.
Devono avere alcune caratteristiche peculiari:
- Devono essere facilmente comprensibili;
- Devono essere semplici e diretti;
- Devono suscitare una forte emozione (non necessariamente di piacere);
- Devono essere facilmente condivisibili
La maggior parte della comunicazione sui social newtork è dipesa dagli Earned Media, che rivestono un ruolo cardine nel Social Media Marketing, ovverosia quel settore ultra-specialistico del marketing che si occupa della mercatologia esclusivamente sui social network.
La loro facilità di condivisione e la loro rapidità di espansione sulla rete generano svariati fenomeni sociologici, a volte anche complessi, che stanno influenzando tutta la società umana dalla fine degli anni 2000 (non sempre in bene, va detto).
Per il tuo studio veterinario, una costante e corretta comunicazione sfruttando l’effetto degli Earned Media è considerata prioritaria nel Social Media Marketing.
I proprietari degli animali da compagnia tendono naturalmente ad aggregarsi tra di loro, anche online, formando gruppi, pagine e anche canali privati dove scambiano costantemente informazioni, specie quelle provenienti dagli Earned Media.
Essere protagonisti in questo settore, quindi, con contenuti appositamente studiati per essere veloci ma utili, di facile comprensione ma autorevoli, equivale ad ottenere grande visibilità, aumentando di molto il numero dei nuovi pazienti.
Usa Facebook per aumentare il numero dei tuoi pazienti
Specialmente Facebook, con i suoi impressionati numeri d'iscritti, è sicuramente la rete sociale a cui dovresti prestare particolare attenzione.
Anche a livello comunicativo.
Tanti nuovi pazienti in modo etico, deontologico e legale
La grande disponibilità di medici veterinari in tutto il territorio nazionale e il costo delle cure mediche per gli animali sono elementi di fondamentale importanza per il mercato, poiché regolano da una parte la disponibilità dell'offerta, e dall'altra i numeri della domanda.
In Italia, la grandissima concorrenza tra i medici veterinari rende molto complicato l'emergere (specie per i giovani medici veterinari under 40), mentre l'alto costo delle cure e delle terapie, spesso, scoraggia i proprietari dei pazienti a far curare i loro amici animali.
In questa situazione, che sovente colpisce proprio le fasce più giovani dei medici veterinari, il ricorso alle strategie del marketing digitale non è un'opzione, ma un obbligo.
Solo strategie di marketing digitale ben progettate e costanti nel tempo possono permetterti di far conoscere ad un ampio pubblico la tua offerta veterinaria, ad un costo accessibile e sostenibile.
Noi siamo specializzati nel marketing sanitario per medici e medici veterinari, e lo facciamo da oltre 15 anni.
Una grande esperienza non solo nella gestione del social network, ma anche di ideazione e realizzazione di complesse campagne digital, in grado di aumentare enormemente il numero dei tuoi pazienti.
Il tutto in maniera etica, deontologica e legale.
Per noi, il rispetto dei tuoi pazienti e del Codice di Deontologia Medica è fondamentale: tutte le nostre strategie di marketing sono pensate per essere perfettamente compatibili con i dettami della Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani.
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Quindi ricorda che...
- Per gli effetti della Legge 248/2006 ('Decreti Bersani') ogni azienda o professionista (anche medico,medico veterinario, chirurgo o odontoiatra) può liberamente far conoscere la propria attività al mercato;
- Il Decreto Bersani colma una lacuna italiana nel recepimento della direttiva europea 2006/123/CE, che obbliga tutti gli stati membri a garantire un eguale accesso alla promozione per tutte le attività e i professionisti;
- Per gli effetti della Legge 145/2018, agli operatori sanitari è impedito l'accesso alla promozione di tipo commerciale, ma sono permessi gli altri tipi di promozione;
- Come Medico Veterinario, hai l'obbligo di rispettare gli articoli contenuti nel Codice di Deontologia Medica;
- Il mercato della medicina veterinaria in Italia è saturo ed inflazionato, e quasi totalmente privatizzato;
- L'Italia ha circa 33.000 medici veterinari e oltre 7.500 strutture veterinarie, molte delle quali non disposte ad aggregarsi;
- Senza un piano ben strutturato di Digital Marketing, il tuo studio veterinario ha poche o nulle chance di sopravvivere nel mercato iper-inflazionato;
- Devi investire risorse (soldi e tempo) alla cura del mercato digitale, se vuoi competere ad armi pari con i tuoi colleghi;
- Qualsiasi sia la tua strategia di marketing digitale per il tuo studio veterinario, devi ripartire il tuo budget su tutti e tre i media del 'triangolo digitale';
- Avrai sempre risultati scarsi, o inesistenti, se deciderai di provvedere personalmente al digital marketing, non affidandoti all'aiuto dei professionisti del marketing sanitario;
- Il problema dell'iper-saturazione del mercato veterinario è particolarmente sentito per i Medici Veterinari giovani, sotto i 40 anni
Articoli generati da un'AI? No, grazie
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E c'è di più: non utilizziamo e non utilizzeremo mai nessuna AI per 'generare' qualsiasi nostro contenuto sanitario.
Il motivo è semplice: noi creiamo informazione sanitaria attendibile e verificabile, e non copiamo ed incolliamo lavoro fatto da altri (che non possiamo verificare, e di cui ignoriamo la qualità).
Gli articoli generati dalle AI odierne sono spesso inattendibili, sono troppo generici o troppo prolissi, che copiano, attraverso il data scraping, lavoro già eseguito da altri.
Noi lavoriamo diversamente: nessun nostro prodotto, su qualsiasi media, sarà mai generato da un'AI, ma sarà sempre il frutto (verificabile) del nostro impegno.
Giorgio Fiorini è il fondatore di Promozione Medica, l'agenzia pubblicitaria con sede a Milano che si occupa esclusivamente del marketing sanitario per medici, chirurghi ed odontoiatri.
Specializzato in Marketing Sanitario già dal 2006, anno in cui anche in Italia è stata permessa la comunicazione sanitaria, ha da sempre avuto grande passione per la pubblicità, l'arte e la scienza, in particolar modo per la medicina e l'informazione automatica.
In Promozione Medica, è l'esperto di Search Engine Optimization, Persuasive Copywriting, Lead Generation, funneling e Search Engine Advertising.
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